lunedì 22 marzo 2010

Venezia, il ventre multiculturale d’Oriente

Linguaggio sublime. Esaltazione d’amore. Cascate di glicini sventagliano gialli fosforescente. Soffice bomboniere filanti. Feline predilette in un ballo per propiziare la fertilità. Uno stacco dà respiro a un tuono che penetra nelle acque di un fiume. Danza Antica legata alla femminilità Sacra. Danza Orientale, celebrazione di donne.
Venezia riassapora il suo glorioso passato. L’antica porta d’Oriente. Centro di due mondi. E lei, la Serenissima, unica nel suo genere con la sua laguna, è a suo agio quando può mescolare tratti armeni con melodie delle steppe asiatiche, veli marocchini con braccialetti kazachi, melodie egiziane con colori indiani.
Nell’isola lagunare del Lido, è andato in scena il Convegno Internazionale Danze Orientali (19-21 marzo), evento dedicato alla ricerca, diffusione ed evoluzione delle forme di danza delle donne, alle tradizioni ed ai costumi di culture lungo la Grande Via della Seta, mitica strada che collega la Cina con il Mediterraneo.
È un viaggio lunghissimo quella della danza orientale. Partito dalle tribù gitane dalla Persia, e via via contaminatosi in molte e diversificate aree del mondo. Stili di scuole diverse. Qualcuna rimasta più nell’ombra come le danze tribali del deserto o le danze proibite, ma linguaggi ancora noti e pieni di mistero, come la danza berbera del Marocco, o le danze dell’Andalusia che ispirarono il flamenco.
Cultura occidentale. Cultura orientale. Unite. Indistinguibili. Mescolate. Ogni singolo movimento è stato re-interpretato una serie infinita di volte da milioni e milioni di donne (e qualche uomo). Musica e danza hanno il grande privilegio di portare pace fra i popoli. Le donne, hanno l’onore di usare tutto questo, per materializzare l’amore.

Fonte: Il Reporter

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