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giovedì 23 settembre 2010

I Cavalieri di Malta

L'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, detto dei Gerosolimitani, poi di Rodi, infine di Malta, è tra i più illustri e celebri ordini cavallereschi.
Nata come pia fondazione degli Amalfitani a Gerusalemme, amministrava una chiesa e un ospizio vicino al Santo Sepolcro, e si dedicava all'attività ospedaliera e all'assistenza dei pellegrini in Terra Santa almeno dalla seconda metà del sec. XI.
Al momento della conquista di Gerusalemme nel 1099, la confraternita religiosa era guidata da Gherardo. L'entrata massiccia dei cavalieri latini in Terra Santa moltiplicò le attività dell'Ordine. Nel 1123 una Bolla di papa Pasquale II attribuiva ai Gerosolimitani le caratteristiche formali di un ordine religioso della chiesa romana. L'Ordine fu poi costretto dalla situazione politico-militare ad assumere anche compiti difensivi e militari. Da quel momento il nucleo dell'Ordine sarà composto da frati cavalieri, frati servienti e frati cappellani, tutti e tre con voti religiosi di castità, povertà ed obbedienza e compiti ospedalieri e militari.
La prima notizia dell'esistenza di un Priorato Gerosolimitano a Venezia si ha con una lettera di papa Nicolò IV datata 11 settembre 1292 con la quale si ordina al Priore dell'Ordine di San Giovanni a Venezia di impiegare metà delle sue risorse per il sostentamento delle galee inviate in Terra Santa.
Dapprima l'abito dei membri dell'Ordine era una tunica nera con una semplice croce di stoffa bianca, cucita sul petto. Frà Raimondo de Puy introdusse, con la prima Regola dell'Ordine, la croce bianca ottagonale (la croce di Malta), che è rimasta emblema dell'Ordine. La tradizione vuole che la benemerita croce di Malta rappresenti e ricordi perennemente le otto beatitudini evangeliche.
La marina dell'Ordine fu probabilmente la prima nell'Europa del Medioevo ad usare uniformi uguali. I cavalieri infatti portavano tutti sopra la corazza la sopravveste dell'Ordine rossa con croce latina bianca (la croce di Malta era usata come segno personale di appartenenza all'Ordine e non come simbolo militare).
La marina dell'Ordine, con la sua flotta, dovette consegnarsi nel 1798 al corpo militare della spedizione in Egitto di Napoleone, rompendo la neutralità di un Ordine religioso i cui cavalieri avevano promesso di non battersi contro altri cristiani. Il 12 giugno 1798, dopo più di cinquecento anni di gloriosa esistenza, le bandiere rosse e bianco-crociate furono ammainate per l'ultima volta.
A Venezia esiste ancora la Chiesa di San Giovanni Battista sede del Gran Priorato di Lombardia e Venezia dell'Ordine di Malta (Castello 3253).

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martedì 27 luglio 2010

Il Conte Amedeo VI di Savoia e Venezia


Fra il 1366 e il 1367 Amurat I, Sultano dei Turchi, aveva fatto di Andrinopoli capitale del suo impero, che, poco distante da Costantinopoli, capitale dell'impero greco, ne andava a minacciare la sopravvivenza stessa.
L'imperatore Giovanni Paleologo, sentendo il pericolo prossimo, sollecitava soccorsi dall'Europa, ed il Papa Urbano V, fortemente desideroso di riconciliare la chiesa Greca con quella Latina, spinse le potenze d'Europa ad armarsi per la gran causa della religione e della civiltà.
I soli ad inscriversi per quella crociata furono Giovanni II re di Francia, Pietro di Lusignano re di Cipro ed Amedeo VI di Savoia, detto “Il Conte Verde”.
Ma entro breve sarebbe accaduto qualcosa che avrebbe sconvolto la messa in opera della crociata stessa…
Il re francese morì, il re di Cipro che aveva preso Alessandria d'Egitto, ne è respinto dai Turchi, e “il Conte Verde”, cugino dell’Imperatore stesso, resosi conto delle condizioni agonizzanti dell’Impero e - soprattutto – dalla corruzione e decadenza della società bizantina stessa, così diversa dalla schiettezza a volte anche un po’ rude, ma onesta e sincera, dei savoiani e piemontesi, e, nonostante si trovasse solo nel rischio, non esita a prepararsi e ad invitare i suoi parenti ed alleati a condividere con lui le guerriere fatiche e la gloria.
A sue spese noleggiò galee Veneziane per il trasporto del suo esercito di cavalieri e fanti.
Le milizie lombarde presenti erano guidate da Cesare Visconti (nipote del “Conte Verde”), mentre le galee veneziane erano comandate da Federico Corner.
Il risultato fu veramente degno di un’abile condottiero alla guida di un’esercito ben organizzato ed addestrato:
riprendono Gallipoli con un eroico assalto (estate del 1366), liberano i Dardanelli dai Turchi, riconquistano il tratto di costa europea del Mar Nero strappando varie città ai Bulgari (fra cui Sozopoli, Anchialo, Mesembria e Varna) e riconsegnandole all’Impero.
Finalmente, il 23 gennaio del 1367, la spedizione termina con la liberazione dell’Imperatore Giovanni Paleologo che era stato fatto prigioniero dallo Zar dei Bulgari, Giovanni Shishman.
Il ritorno in patria è trionfale: grandi accoglienze vengono riservate in tutte le città veneziane toccate (da Corone a Durazzo, a Zara), nella stessa Venezia, a Milano e a Pavia.

Nel 1350 fonda l'Ordine del Cigno Nero (in occasione delle nozze della sorella Bianca con Galeazzo II Visconti), e la Compagnia del Collare,a capo della quale partecipa a molti tornei: il gruppo era formato da 15 cavalieri, che oltre all'abito verde portavano un collare d'argento dorato con il motto “FERT” (Fortitudo Eius Rhodum Tenuit ) chiuso da un anello con tre lacci d'amore a doppio intreccio, dono del Conte e prezioso segno di riconoscimento.
La compagnia del Collare divenne in seguito Ordine Cavalleresco, e fu dotato successivamente dallo stesso fondatore di carattere religioso-militare.
La Compagnia diverrà nel 1518 successivamente l’Ordine dell'Annunziata con Carlo II, che portò il numero dei cavalieri da 15 a 20 e ne modificò il collare, che risultò composto da lacci d'amore intrecciati con il motto "FERT" ma con l’aggiunta di 15 rose bianche e vermiglie, alternate, in onore della Vergine, e un medaglione con raffigurata l'Annunciazione.
In seguito diverrà la suprema ricompensa concessa per alti servigi resi allo Stato: gl'insigniti dell'Ordine erano considerati “cugini” del re.

Il “Conte Verde” muore di peste a Santo Stefano presso Castropignano (Campobasso) il 1° Marzo 1383, durante una spedizione dov’è accorso con 1000 lance per sostenere i diritti di Luigi D’Angiò, sul Regno di Napoli.
Fu sepolto a Hautecombe, in Savoia.